Transparency International denuncia gravi ostacoli di accesso ai dati di titolarità effettiva in diversi Paesi UE
Transparency International ha condotto un’indagine che rivela come l’accesso ai registri dei titolari effettivi (beneficial ownership) in numerosi Stati membri dell’Unione europea sia fortemente limitato o negato, nonostante le disposizioni dell’AMLD6 che dovrebbero garantire accesso diretto, non filtrato, immediato e gratuito da parte delle Autorità competenti entro luglio 2026.
In particolare, la ricerca evidenzia che in 14 Paesi UE con regime di “interesse legittimo” Transparency International ha fatto richiesta di accesso, ma è stata rifiutata in casi come l’Irlanda e l’Ungheria, dove le soglie di accesso risultano eccessivamente restrittive.
In aggiunta, l’analisi di Transparency sull’accesso ai dati patrimoniali (asset ownership) in nove Stati UE (tra cui Italia, Germania, Francia e Spagna) mostra che, sebbene le unità di informazione finanziaria (FIU) e le forze dell’ordine dichiarino di avere capacità di accesso, persistono difficoltà operative legate alla disconnessione fra registri e alla mancanza di dati strutturati, anche per asset complessi come criptovalute.
Transparency International sollecita, dunque, un’armonizzazione normativa e operativa a livello europeo per garantire trasparenza reale sulla titolarità effettiva, elemento cruciale per contrastare il riciclaggio di denaro, la corruzione e gli illeciti finanziari transnazionali.
Per consultare il comunicato ufficiale, cliccare sul link di seguito: https://www.transparency.it/informati/news/accesso-dati-titolarita-effettiva-paesi-ue-indagine-transparency-international