ISSN 2784-9635

Criminalità organizzata siciliana: la situazione nel primo semestre del 2022

Ines Castellett y Ballarà - 22/06/2023

Dalla Relazione al Ministro dell’Interno e al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia, relativa al semestre gennaio-giugno 2022, emerge che criminalità organizzata sul territorio nazionale ha ormai affinato la capacità di penetrare nel tessuto economico-produttivo del Paese, con particolare rischio di pervasività nei grandi progetti di investimento italiani ed europei, come ad esempio nell’impiego dei fondi del PNRR o il finanziamento dei Giochi Olimpici invernali di Cortina nel 2026.

In particolare, per quanto concerne la criminalità organizzata siciliana, la relazione evidenzia la diffusione capillare di cosa nostra, affermata anche fuori dalla Sicilia e dall’Italia, malgrado l’assenza di capi mafia stabili nelle consorterie palermitane e della Sicilia occidentale ed il progressivo ritorno nelle dinamiche mafiose dei detenuti tornati in libertà.

Nell’area di Catania, invece, si registrano più sodalizi, data l’assenza di articolazioni rigide, che si spartiscano il territorio con assetti fluidi, analogamente a quanto avviene a Siracusa e Ragusa, fortemente influenzate da cosa nostra catanese e dalla stidda gelese.

La criminalità organizzata siciliana si occupa prevalentemente di traffico di stupefacenti, usura e gioco d’azzardo. Invero, per quanto concerne il traffico degli stupefacenti, attività tra le più remunerative, si riscontra una collaborazione con altri gruppi di criminalità organizzata, in particolare calabresi, e tentativi di ricostruire rapporti commerciali privilegiati con i narcotrafficanti americani al fine di ricevere un approvvigionamento diretto. Invero, la Direzione Investigativa Antimafia ha riscontrato delle modifiche importanti nelle strategie adottate in particolar modo per quanto riguarda le estorsioni, per le quali oggi si ricorre all’imposizione di prezzi leggermente superiori a quelli di mercato, abbandonando modalità più spiccatamente violente come l’obbligo al pagamento del “pizzo”. Difatti, stando alla relazione semestrale, il controllo del territorio risulta assicurato con strategie velate, come appunto l’estorsione realizzata con l’aumento dei prezzi di beni e manodopera o l’imposizione di slot machines in esercizi commerciali e la gestione di sale scommesse per facilitare il riciclaggio di proventi illeciti. La raccolta abusiva di scommesse costituisce una fonte importante di introiti soprattutto nel territorio trapanese, con diramazioni significative anche nel gioco on-line.

Di notevole importanza sono anche gli accaparramenti dei finanziamenti del settore agro-pastorale, realizzati tramite l’infiltrazione negli appalti pubblici e negli Enti Locali. Come emerso da indagini protratte negli anni, le mafie cercano di intervenire sulle gare pubbliche già al momento della stesura del bando, avvalendosi di funzionari pubblici e tecnici. D’altronde, se non si ottiene successo in questa fase inziale, le consorterie ricorrono solitamente all’estorsione e altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere la cessione di servizi connessi.

Ancora, viene riportata una significativa infiltrazione in attività economiche redditizie, formalmente intestate e gestite da teste di legno e sostanzialmente in mano alle molteplici diramazioni di cosa nostra.

Per arginare questo fenomeno, si segnala l’aggressione ai patrimoni illeciti nel semestre in questione, realizzata in linea con la normativa di prevenzione antimafia, ricorrendo a sequestri e confische. Nel semestre del 2022 da gennaio a giugno, sequestri e confische hanno interessato beni per un valore complessivo di 40 milioni di euro, incidendo significativamente sulla libertà di manovra delle organizzazioni criminali insulari.