ISSN 2784-9635

Impatto della criminalità organizzata sul territorio laziale

Arianna Marchi - 11/10/2023

Durante tutto il secondo semestre del 2022, le organizzazioni criminali della regione Lazio hanno mostrato un forte interesse a trarre vantaggio dalla crisi economica in corso. Questa crisi non ha fatto altro che accentuare la disparità tra le attività delle impresesane”, che si stanno lentamente riprendendo, e quelle che ricevono sostegno dalle grandi riserve di liquidità delle bande criminali. Queste varie cosche, radicate nella regione Lazio, sono costantemente alla ricerca di nuove strade per riciclare e per reinvestire capitali. Stanno inoltre, esplorando le modalità più redditizie per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sfruttando il precario equilibrio geopolitico ed economico che ha caratterizzato il periodo in questione. Di conseguenza, esiste un rischio significativo che il regolare andamento dei mercati possa essere alterato. Il numero delle segnalazioni di operazioni sospette (SOS) è in continuo aumento. Tali rapporti costituiscono un importante indicatore delle irregolarità riscontrate nelle attività e transazioni finanziarie. Queste attività potrebbero essere collegate al tentativo delle organizzazioni criminali di sfruttare le numerose opportunità di investimento disponibili nella regione Lazio. Nell’ultima parte del 2022, il Lazio è emerso come la seconda regione italiana con il maggior numero di segnalazioni riguardanti il ​​rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. I dati della regione crescono ulteriormente, per un totale di 9.788 SOS, di cui 8.705 registrati solo nel capoluogo, contro gli 8.363 del semestre precedente. Il settore degli appalti pubblici è considerato un bersaglio strategico e redditizio per la criminalità organizzata, che impiega tattiche di condizionamento per raggiungere i propri obiettivi. All’interno di questa struttura insidiosa, la Prefettura esegue azioni che rivestono un’estrema rilevanza dal punto di vista preventivo, in previsione di una potenziale responsabilità penale da parte degli organi giudiziari competenti. Le conseguenze di tali interventi comportano implicazioni fondamentali, tra cui l’incapacità delle imprese infiltrate di avviare trattative con la Pubblica Amministrazione, insieme alla decadenza sia delle autorizzazioni che delle concessioni. Nello specifico, esistono strumenti codificati all’interno delle istituzioni che vengono utilizzati per raggiungere questi obiettivi, come la certificazione antimafia, il monitoraggio delle imprese e degli enti locali, il controllo giudiziario delle aziende suscettibili di infiltrazioni e la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Il Prefetto di Roma ha emesso quattro provvedimenti interdittivi nei confronti di imprese del settore edile e dell’ingrosso di abbigliamento. Queste società sono associate ad un gruppo criminale coinvolto nell’occultamento di capitali illeciti. Le misure mirano a impedire a queste società di continuare ad operare nel mercato e a rafforzare l’azione penale amministrativa da parte dell’Autorità Giudiziaria. Queste aziende non sono colpite dai provvedimenti di ablazione della Procura di Roma. L’azione del Prefetto conferma il nesso tra interessi legali e illegali nell’economia. Inoltre, nonostante i periodi di riferimento, gli interessi della camorra nel territorio regionale rimangono coerenti. La famiglia Mazzarella, riconosciuta come uno dei clan più potenti di Napoli, ha mostrato un vivo interesse per le attività di riciclaggio di denaro all’interno della città. Dimostrano una notevole attitudine nell’ideare schemi complessi e nel collaborare con persone vicine all’associazione D’amico. Nonostante il declino della camorra, è ancora presente in quartieri selezionati di Napoli. Questa presenza non si limita solo ai soggetti direttamente affiliati alle fazioni locali, ma comprende anche gruppi indipendenti come il clan Senese, che continua ad esercitare la sua influenza nei quartieri Tuscolano e Cinecittà. Sul litorale romano sono saldamente radicati i clan Fasciani e Spada, che utilizzano un modello strutturale sorprendentemente simile a quello delle organizzazioni mafiose tradizionali. Hanno stretto solide relazioni con queste organizzazioni formando alleanze strategiche. Il panorama criminale del Lazio è caratterizzato da una moltitudine di attività criminali uniche se paragonate ad altre regioni dove la tradizionale presenza mafiosa è assente. È fondamentale riconoscere che la diffusione dei modelli culturale-criminali delle mafie non può essere trascurata, poiché hanno un preoccupante impatto emulativo su altre organizzazioni criminali. Questo è un aspetto innegabile da non sottovalutare. È chiaro che alcune formazioni autoctone hanno mostrato la capacità di evolversi verso modalità di organizzazione più formalizzate. Sebbene ciò non sia stato stabilito in modo definitivo, esempi come il gruppo Gambacurta, che riuscì ad esercitare il controllo sulla zona di Montespaccato amministrando il traffico di droga nelle vicine Boccea e Aurelia, suggeriscono la possibilità di strutture associative. Nonostante la significativa influenza della camorra sulle strutture criminali locali della provincia di Frosinone, le fazioni esercitano ancora il loro controllo su vari settori dell’economia. Le attività illegali più diffuse nella regione includono il traffico di droga, il prestito di denaro, l’estorsione, la gestione e il traffico illecito di rifiuti e una notevole presenza nel settore dei giochi e delle scommesse legali. Nella provincia di Viterbo, le organizzazioni criminali non solo si dedicano ad attività illegali come il traffico di droga e l’estorsione, ma dimostrano anche un notevole interesse per iniziative imprenditoriali legittime come locali notturni, società di traslochi, negozi di compro oro e istituti di recupero crediti. Da molti anni la presenza dell’attività criminale nella provincia di Rieti è segnata dall’impatto di un gruppo organizzato nigeriano. Questo gruppo è riuscito a imporsi nella regione commerciando varie droghe come cocaina, eroina e marijuana. Si è trasformata in una vera e propria organizzazione ed era presente nel reatino ancor prima di entrare nella capitale. Ciò è stato facilitato dall’assenza di altre organizzazioni criminali operanti nella zona. Allo stesso tempo, le fazioni criminali di origine albanese stanno aumentando la loro influenza, principalmente grazie alla loro rafforzata partnership con le tradizionali organizzazioni criminali italiane, nonché ad una fitta rete di affiliati e collegamenti consolidati che si estendono dall’Europa al Sud America. Hanno accesso ad un’ampia gamma di armi e, soprattutto, la capacità di fornire ingenti quantità di stupefacenti offerti sul mercato a prezzi altamente competitivi.